Uno scenario, secondo il capo di 3, non realistico nel medio periodo. Ma la scommessa del gruppo di Trezzano va oltre le questioni tecniche così come quelle di costume (l'uso dei cellulari che cresce assai più facilmente dei pc) per sposare una teoria sullo sviluppo della telefonia mobile che porta a ritenere il videofonino del futuro un device elettronico multiservizi ("molto piatto e con molto schermo", profetizza Novari ) in cui la telefonata - compresa quella video - sarà soltanto uno dei possibili utilizzi.
Di qui il lancio di servizi aggiuntivi, come Pupillo, la telecamerina a cui si può videotelefonare per vedere a distanza tutto quel10 che ci pare, dai bambini che giocano in camera alla barca ormeggiata al mare. O il messaggio videoregistrato (12 secondi), secondo Novari destinato a sconfiggere il vecchio sms, per digitare il quale sono necessari un tempo e uno sforzo assai maggiori. E nell'attesa che il passaggio avvenga, 3 propone la Virtual Keyboard, uno strumento che proietta una tastiera a raggi infrarossi su qualsiasi superficie piana, in modo da rendere più scorrevole la scrittura sul cellulare. è soprattutto nel campo dell'intrattentimento mobile (calcio, film, reality show, videogiochi etc.) che il boss italiano di 3 vuole spostare l'azienda, al punto da farla diventare una ¨cosa¨ nuova, "a metà tra un gestore telefonico e una società televisiva", perché è questa la vera convergenza che secondo Novari andrà realizzandosi in futuro.
Già adesso, con la trasmissione in diretta sul videofonino delle partite (per ora solo quelle dell'Inter, a sei euro l'una) la compagnia indica la strada che intende percorrere. Sicché, sbarcando a piazza Affari, Novari rifiuta l'etichetta di ¨quarto gestore telefonico¨ italiano per proporsi invece come ¨prima società di intrattenimento mobile¨. 11 successo delPIpo, ammettono a Trezzano, è legato alla capacità che l'azienda avrà di comunicare agli investitori questa vocazione. Ecco perché a 3 si autodefiniscono ¨media company¨, termine che dovrebbe rendere l'idea della ¨cosa¨ tra telefono e tv. Il momento scelto dagli azionisti di 3 (i cinesi di Hutchison Whampoa) per chiedere denaro alla Borsa sembra abbastanza buono: passata la grande bolla, i mercati internazionali ricominciano a puntare sull'hi tech, come dimostrano il boom di doogle e la nuova primavera dei titoli tecnologici. In Italia le cose vanno un po' diversamente e nessuna azienda internettiana o telefonica ha osato collocarsi dopo l'ingloriosa fine del Nuovo Mercato, ma a 3 sono convinti di poter aprire una nuova pagina, anche perché il grosso degli investimenti arriverà da operatori istituzionali stranieri, soprattutto fondi inglesi.
Altri motivi di ottimismo sono forniti dal buon numero di clienti (quattro milioni e mezzo) e dal break even raggiunto a fine agosto. Quanti soldi porteranno i nuovi azionisti nelle casse aziendali? Quelli di 3 non si sbilanciano, ma secondo la maggior parte degli analisti l'azienda dovrebbe essere valutata tra gli 11 e i 12 miliardi di euro: sul mercato verrà piazzato il 25 per cento delle azioni e quindi il calcolo non è complesso. Il denaro fresco verrà usato per ripianare un po' dei debiti contratti nella fase di lancio (circa 6 miliardi di euro); un'altra parte sarà investita nello sviluppo. Per i piccoli investitori è previsto un bonus share, mentre una campagna con nuovi spot (" Assai dirompenti ", assicurano a Trezzano) partirà sulle tv nazionali appena Piazza Affari darà il via all'Ipo.